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L'UOMO SENZA PAURA

 

N° 31

 

GIUSTIZIA CIECA

 

(PARTE PRIMA)

 

 

GUERRA SANTA

 

Di Carlo Monni

 

 

PROLOGO

 

           

            New York, la Grande Mela, la città che non dorme mai, una città ferita. Alcuni si chiedono come possa essere possibile in una città che ha visto di tutto: un'enorme tsunami, un gigantesco mostro marino, l’arrivo del Super Skrull, l’invasione da parte della forze di Atlantide, la venuta di Galactus, la Guerra dei Mondi, l’Inferno in terra. Ogni volta, la città ha superato il trauma; allora perché quello spiazzo vuoto, dove, un tempo, sorgevano le Torri Gemelle è una ferita ancora aperta nel suo cuore ed in quello di tutta la nazione? Forse la risposta sta tutta nella “normalità” del dramma. Gli Atlantidi, gli alieni, gli aspiranti conquistatori del mondo con o senza armatura sono sempre stati qualcosa di lontano, un corpo estraneo, qualcosa dopo il cui passaggio, le cose riprendevano il loro corso abituale, ma questo… qui non c’entrano superpoteri, no c’è solo la pura, semplice, assurda malvagità dell’uomo ed è duro renderti conto che puoi respingere un’invasione aliena e non puoi fare niente per questo. La città continua a non dormire mai, ma è divenuta più nervosa, più diffidente e guardinga, ha paura ed oggi la sua paura si concretizzerà ancora una volta.

            Il mio nome è Ben Urich e sono un giornalista e questa… questa è una nuova storia.

 

 

1.

 

 

È uno dei più importanti eventi della stagione musicale di New York: una riunione di famosi gruppi rock da tutta la nazione al Radio City Music Hall di New York; un’occasione ghiotta, che ha fatto vendere quasi tutti i biglietti. Il pubblico? Uomini e donne che hanno più di 40 anni desiderosi di passare una serata con i musicisti che li incantarono da giovani o ragazzi giovanissimi ansiosi di vedere dal vivo gli idoli del momento. Non mancano nemmeno i bambini, per una volta tanto autorizzati a stare alzati sino a tardi e, forse, più eccitati per questo che per il concerto. Nessuno ha pensieri di morte o disgrazia…quasi nessuno. 

 L’esplosione avviene alle 23, squassando il teatro Il boato è udito ad isolati di distanza; l’onda d'urto distrugge tutti i vetri del teatro e quelli dei palazzi circostanti, abbatte le insegne nelle strade al di fuori. Alcune auto sulla strada volano letteralmente via come fuscelli, altre sbandano con effetti disastrosi; l’onda di calore si propaga all’intorno, mentre lingue di fuoco si levano alte Il tutto avviene in pochi secondi o in un eternità, dipende dal vostro punto di vista: quanto è lunga l’agonia di un essere umano?

 

La macchina dei soccorsi si mette in moto immediatamente. In pochi minuti si odono le sirene dei mezzi dei vigili del fuoco e quelle delle auto della Polizia.

Il Detective di 2° Grado Quentin Chase era di turno da solo in Sala Agenti quando è arrivata la segnalazione del 911[1]  e non ha perso tempo, è saltato in macchina ed è arrivato sul posto, dove ha trovato già tre auto di pattuglia.

-Che è successo Charlie?- chiede ad un Agente di Pattuglia che sta facendo del suo meglio per tenere a bada la folla che, anche a quell’ora si è subito radunata

-Oh sei tu Chase?- risponde Charlie Stafford, un agente con oltre 20 anni di servizio sulle spalle –Se lo chiedi a me, direi che è stata una bomba, forse più d’una. Ha fatto fuori un sacco di gente credo, i paramedici si stanno già dando da fare.-

            Chase si guarda intorno, poi, cautamente avanza verso l’ingresso squarciato del Radio City Music Hall. Una convinzione comincia a formarsi dentro di lui: questo non è un altro capitolo della guerra tra gang esplosa di recente in città,[2] ma qualcosa di molto peggio, qualcosa con cui questa città ha già avuto a che fare. Si ferma di fronte ad un uomo con l’uniforme di Vigile del Fuoco

-Mi scusi, sono il Detective Chase di Midtown Nord – si presenta –Avete già idea di quello che è stato a combinare questo… beh questo casino?-

–Sono il Tenente Patrick Kelly…- si presenta l’altro e, se me lo chiede….Beh non so se è stata un’autobomba o un ordigno piazzato da qualche parte, ma può scommetterci che è un attentato.-

            Proprio ciò che non voleva sentire. Questo significa guai grossi, per non parlare di una tonnellata di telefonate da fare.

 

            Quentin Chase telefona al Tenente che comanda la Squadra dei Detectives del suo distretto e lui telefona al Capitano.

Rafael Scarfe è un veterano che ne ha viste tante, troppe, compresa una buona razione di supercriminali. Non impreca più di tanto quando viene svegliato, ma afferra al volo la situazione e fa qual che deve fare

            La catena di telefonate continua. Scarfe chiama L’Ufficiale Comandante dei Detectives di Manhattan; poi questi chiama il Capo del Detective Bureau, che chiama il Capo del Dipartimento, che chiama il Vice Commissario Antiterrorismo ed a quest’ultimo spetta l’ingrato compito di chiamare il Commissario in persona.

            Arthur Stacy è pronto a rispondere al telefono quando apprende la risposta, gli sfugge un’imprecazione.

-Esattamente quello che penso anch’io, signore.- commenta il Vice Commissario Antiterrorismo.

-Sarò sul luogo al più presto, ci incontriamo lì Michael?-

-Sto già andando lì Signore.-

-Bene, penso io a telefonare al Sindaco, se non l’ha già saputo, lei avverta il Procuratore Distrettuale e quello Federale, a dopo.-

            Un attentato, un’altra ferita per la sua città.  Stacy scuote la testa e compone il numero di Gracie Mansion.

 

 

2.

 

 

Connie Ferrari sperava in una notte di riposo e non solo, ma quando sei al servizio del Popolo non ci sono orari. È ancora semi addormentata, quando afferra il cordless accanto al comodino.

-Si… sono io… cosa? Quando… certo, arrivo subito.-

-Che sta succedendo?- le chiede il suo compagno, Steve Rogers, perfettamente sveglio,

-Succede che i guai arrivano sempre a carrettate.- risponde Connie, vestendosi in fretta. -Non bastavano la nuova mafia cinese rampante, con i suoi massacri o quel cecchino[3] a complicare la vita di tutti, qualcuno ha fatto esplodere una bomba al Radio City Music Hall.-

-Molti morti?- chiede ancora Steve.

-Non si ancora, io devo andare là, tu capisci vero Steve?-

-Più di quanto tu creda, Connie. Resterò ad aspettarti qui.-

-Ti ringrazio, a dopo.- gli schiocca un bacio ed imbocca la porta. Steve rimane per un po’ pensieroso, poi,  compone sul suo cellulare un numero telefonico.

 

            Franklin “Foggy” Nelson è nella cucina del suo appartamento, mentre  sta facendo uno spuntino notturno, quando riceve la telefonata. Non ci vuole molto a capire che la situazione è seria, il panino dovrà aspettare.

           

            Il mio nome è Matt Murdock e sono un avvocato, ma, quando indosso un certo costume rosso, la gente mi conosce col nome di Devil l’Uomo senza. Paura. Sono cieco, anche se ho dei supersensi che compensano la mia menomazione. Vivo in un mondo di suoni, odori e sensazioni sempre troppo forti, solo una costante autodisciplina mi permette di escluderne la maggior parte per evitare di impazzire, il rumore dell’esplosione non è di questi; Sobbalzo improvvisamente, ritrovandomi in posizione seduta sul divano, il vento che entra dalla finestra aperta mi porta nuovi odori e suoni, che preferirei non udire. Anche Natasha l’ha sentito ed esclama:

-Matt! Cosa…-

-Silenzio.- le intimo fin troppo bruscamente, mentre ascolto i suoni portati dal vento. Mi alzo, e corro al terrazzo. Natasha mi segue. Sono passati solo pochi minuti da quando siamo venuti insieme qui, a casa sua, e ci siamo ritrovati stretti l’uno all’altra. Buffo, io e lei abbiamo enormi differenze in quasi tutto il nostro stile di vita, ma queste sembrano sempre scomparire su un letto od un divano. Non è il tipo di rapporto che voglio con una donna, però; in fondo sono abbastanza all’antica da questo punto di vista. Natasha non è Karen, con lei non c’era solo una perfetta intesa fisica, ma eravamo come una cosa sola, il solo pensare a lei mi fa sentir male, eppure non posso e non voglio dimenticarla..

            Scaccio questi pensieri e torno a concentrarmi. Natasha appoggia una mano sul mio braccio sinistro.

-Era un’esplosione.- dice. Non è una domanda, ma una constatazione.

-Si.- rispondo semplicemente, poi mi concentro. Anni fa, poco dopo che divenni cieco, il mio mentore, Stick, mi insegnò a padroneggiare i miei sensi; non ho mai capito come, ma funziona e questo mi basta. A poco a poco, strato dopo strato, escludo tutti i rumori, tranne quelli che sto cercando.

-Sento grida e pianti, uomini che gridano ordini, le ambulanze che arrivano, l’odore acre del fumo…morti, molti, una bomba molto potente… un attentato, non un incidente.-

-Andiamo?- chiede la Vedova Nera

-Certo.- rispondo, mentre mi calo il cappuccio sul volto, poi saltiamo nel vuoto, mentre i nostri cavi ci sostengono.

 

 

3.

 

 

            Quando arriva il giorno, è tempo di bilanci. Una vera strage, pensata e pianificata con cura che è costata la vita a 47 persone, con un numero almeno triplo di feriti. I supereroi residenti si sono fatti vivi, ma anche loro, non hanno potuto far molto, i loro poteri quasi del tutto inutili, di fronte alla sofferenza della gente.

            Ora bisogna trovare i responsabili a qualunque costo.

 

            Quando arrivo in ufficio, non ho bisogno di supersensi per capire qual è l’argomento del giorno. Quasi tutto lo staff è nell’atrio a seguire gli aggiornamenti sull’attentato, ma non ci sono grandi notizie, purtroppo.

            Saluto tutti e mi dirigo verso il mio ufficio, Becky Blake mi raggiunge mentre mi metto a sedere alla scrivania e chiude la porta dietro di se.

            Non fatevi ingannare dall’aspetto di Becky, sembra una ragazza fragile, ma in realtà ha una ferrea determinazione, la stessa che le ha permesso di superare l’handicap di aver avuto la schiena spezzata per opera di un brutale violentatore quand’era al college[4] è per questo che l’ho nominata Amministratore dello Studio.

-Immagino tu voglia parlarmi Becky.- le dico.

-Puoi scommetterci Matt.- replica lei –Giuro che ci sono delle cose di te che non riesco davvero a capire. Prima scompari per quasi due settimane senza avvisare nessuno,[5] poi quando torni, la prima cosa che fai è accettare un caso per un onorario ridicolo, che, a quanto pare, coinvolge un supercriminale.-

-Presunto supercriminale.- replico  -Non ci sono prove che Edward Freeman sia Switch e non è questo il punto, dopotutto.-

-E quale sarebbe?-

-Curiosità. Freeman è innocente dell’omicidio di Fat Joe Bernstein e credo che lo vogliano incastrare e poi… quei suoi bizzarri vicini di casa…-

-Bizzarri?-

-Dovresti conoscerli per capirmi. La vista non occorre per classificarli. Si sono autotassati per pagarmi e la cosa mi ha incuriosito.-

-E quando ti fai prendere dalla curiosità,  non c’è niente da fare, lo so. Beh, che posso dire? Non è un cliente che avrei scelto io, ma se ti serve una mano…-

-Grazie, Becky, ma penso che me la caverò bene anche da solo, così non graverò troppo sul bilancio dello Studio.-

-Non essere sciocco, sai che non penso solo a questo. Quale sarà la tua prossima mossa?-

-Ho chiesto un’udienza preliminare per discutere su alcune prove, in attesa della convocazione del Grand Jury; ci sarà tra una settimana, forse si concluderà tutto lì.-

-Convinto di vincere?-

-Ti dirò una cosa, Becky: Freeman è un dannato arrogante figlio di buona donna con quasi nessun senso morale, ma sono convinto che non ha ucciso quell’uomo e, visto che ho accettato il caso, farò tutto ciò che posso perché non sia condannato e poi… ci sono altri sviluppi. Sono stato informato, non chiedermi come, che ieri notte i testimoni dell’accusa sono stati attirati in un agguato ed uccisi. La notizia è passata sotto silenzio, dopo i fatti del Radio City, ma… beh qualcuno sta giocando con la vita di quell’uomo e non mi piace.-[6]

-A proposito di ieri notte, che ne pensi?-

-Che non so cosa pensare, Becky, davvero. A volte penso che tutto il mondo stia impazzendo, altre volte mi chiedo se non sia sempre stato pazzo.-

 

            Attentato terroristico. Due parole che bastano a mettere in allarme un’intera città, un’intera nazione.La mattina è al termine ormai, quando sui tavoli dei maggiori network e giornali nazionali e cittadini arriva la tanto attesa notizia. È un videotape, naturalmente. Immagini fisse, inquadrano sempre la stessa persona un uomo sui 60 anni, con barba bianca e classico caffettano arabo. Le cose che dice sono spaventose per la semplicità con cui le dice. Parla di una cosiddetta Fratellanza Islamica che intende punire l’America per i suoi crimini contro la vera fede. La solita retorica sentita più e più volte, ma in nome della quale c’è chi è pronto ad uccidere gli innocenti. La guerra sa essere sporca, non lo nego, ma questo è molto peggio. Scambio uno sguardo con Joseph “Robbie” Robertson che spegna la TV.
-Che facciamo?- chiedo.

-È una notizia, Ben.- risponde Robbie –Detesto dare a quel bastardo il suo questo d’ora di celebrità, ma noi siamo qui per informare il pubblico. Avrà la sua prima pagina, e possa soffocarcisi.-

 

 

4.

 

 

Mi chiamano il Gufo ed è un soprannome che porto con orgoglio. Negli ultimi tempi ho dedicato le mie energie ad un progetto molto semplice: diventare il capo indiscusso della criminalità newyorkese. Ho scalzato Wilson Fisk, Kingpin, dalla sua posizione e nella gerarchia criminale, ho preso il suo posto e le sue proprietà; il mio secondo passo è stato organizzare quelli che nella finanza si chiamerebbero accordi di cartello con i vari capi delle molte mafie etniche che operano in questa città, accordi per spartirci la Città e le zone intorno in sfere di influenza libere da reciproche interferenze. Ho organizzato un vero e proprio Consiglio d’Amministrazione del Crimine. Nel corso dell’ultima settimana sono accaduti episodi che rischiano di distruggere l’equilibrio faticosamente costruito e non posso tollerarlo.

-Signori…- mi rivolgo agli altri capi criminali, riuniti  con me in un’ampia sala. Tra loro spiccano: Morgan Jr., Boss incontrastato di Harlem, Lev Sergeievitch Rezkowitz, meglio conosciuto come Ranennyj, “il ferito”. il Pakhan[7] della Mafia Russa e Xiang Ho Lun, alias Robert Xiang, Capo della Tong del Drago d’Oro di Chinatown. -…il problema è grave e dobbiamo risolverlo in fretta. Questi Jong con il loro modo di agire rischiano di mettere in pericolo gli affari di tutti. Quel brutto affare con lo Scorpione ne è la prova. La questione da risolvere è: dobbiamo agire noi o aspettare che siano l’Uomo Ragno o la Polizia a risolvere la situazione?-

-Jo crjede che noj duovrjebbe uccidere tuttj luori.- interviene Ranennyj. Quell’uomo parla un inglese che fa rabbrividire, ma non si può dire che non vada dritto al punto.

-Consiglierei prudenza.- è Xiang a parlare -Agire precipitosamente può portare a risultati peggiori del male che si vuole curare.-

         Il problema dei comitati direttivi è che si discute molto e non sempre si combina qualcosa, ma, in un modo o nell’altro, una soluzione sarà trovata.

 

             Nei giorni che seguono, la notizia continua ad essere seguita dai Media di tutta la nazione Nei TG e nei talk show personalità di vario genere dicono la loro con toni più o meno enfatici. Dalla Casa Bianca, da Albany, da Gracie Mansion, le indagini sono seguite con particolare cura. Una Task Force Anti Terrorismo formata da Agenti Speciali dell’F.B.I., Investigatori della Polizia di Stato di New York, Detective del Dipartimento di Polizia di New York City segue ogni pista possibile per trovare gli autori dell’attentato. Alcune piste si rivelano vicoli ciechi, ma altre sembrano decisamente più promettenti. L’imperativo è uno solo: trovare i responsabili e processarli alla svelta. La svolta avviene, improvvisa, ad una settimana dal fatto. Tre uomini vengono arrestati e portati nella Prigione Federale di New York in attesa di comparire di fronte al Magistrato. La caccia sembra finita.

 

            Una giornata come tante in ufficio. Sto archiviando la pratica Freeman. Ci sono cose che, temo, non capirò mai in quella storia. Ad esempio: chi era quella tizia che voleva uccidere Freeman? E perché farlo evadere e rivelare a tutti che è Switch proprio quando stavo per farlo prosciogliere? E quelle ombre viventi, che i miei sensi non rilevano, chi e cosa sono? E quella ragazza che calcia più forte di un mulo del Kentucky?[8] Un sacco di domande a cui mi piacerebbe avere delle risposte, anche se non sarà facile. Percepisco la sottile vibrazione prima di udire lo squillo e sono già pronto a rispondere. La mia efficiente segretaria mi passa la telefonata.

-Salve Matt.- mi dice una voce di donna all’altro capo del filo –Sono Sandra Dennis, la direttrice della Capital Defense Lawyers Association.-

            Uhm se l’Associazione degli Avvocati specializzati nella difesa di indigenti accusati di crimini punibili con la Pena di Morte ha deciso di chiamarmi, non è certo per ricordarmi che non ho pagato la quota associativa annuale.

-Qual’è il problema? – chiedo, dopo il consueto scambio di convenevoli.

-Non è il caso che ti ricordi la storia del Radio City Music Hall, vero?- mi replica lei.

-No…Aspetta, ho sentito che hanno fatto tre arresti, è uno di loro?-

-Si. Degli arrestati, due sono cittadini di stati arabi ed il terzo è un cittadino americano di origine libanese. Per quanto riguarda i primi due, non ci sono molti avvocati disponibili a difenderli d’ufficio e se tu…-

-Non dire altro. Sai già per quando è fissata l’udienza di Contestazione dell’Accusa?-

-Domattina alle nove Davanti al Magistrato della Corte Federale.-

-Dammi i nomi, ci sarò.-

            Mr. Switch ed i suoi compari dovranno aspettare un altro momento, sembra.

 

 

5.

 

 

            <<Buonasera signori e signore, qui è Joan Chen che vi parla dagli studi di “Dentro la Notizia” Tra i nostri ospiti stasera abbiamo il noto Pastore Jeremiah Wintergood, famoso per i suoi sermoni televisivi e per essere il fondatore della Coalizione Morale, Reverendo vorremmo conoscere il suo parere sul recente attentato al Radio City Music Hall.>>

<<Non è altro che l’ennesima prova che l’immoralità ed il permissivismo dilagante hanno permesso che i valori americani fossero sfidati da coloro che non credono nel vero Dio. La fibra morale della nostra nazione deve essere rinforzata, io chiedo la suprema punizione per gli empi peccatori.>>

 

         La chiamano Udienza per la Contestazione dell’Accusa e, normalmente, è poco più di una formalità, non abbastanza importante da giustificare la presenza di un giornalista professionista come me, ma stavolta è diverso, stavolta a comparire di fronte al Magistrato Federale saranno tre uomini accusati di essere responsabili dell’attentato al Radio City Music Hall e sembra che comparirà nientemeno che il Procuratore Federale in persona. Ironico se pensiamo che con me c’è Candace Nelson, sorella di quello stesso Procuratore.

-Foggy deve consideralo davvero importante se compare lui in persona.- mi sta dicendo Candace –Di solito a queste udienze non ci viene un Assistente?-

-Di solito si.- rispondo –Ma tuo fratello ha sul collo il fiato della casa Bianca e dell’opinione pubblica. Non dimenticare che uno dei morti era il figlio di un Congressista e che, con quello che sta succedendo di questi tempi, questo è un caso che scotta.-

            Il Marshall impone il silenzio ed entrano gli accusati, seguiti, subito dopo dal Magistrato

            Li osservo, mentre vengono letti i loro nomi: Ahmed Al Rashid 43 anni, cittadino dell’Arabia Saudita, un aria dimessa e spaesata; Bahman Eshfandiari, 32 anni, cittadino Iraniano e Raymond Haddad, 54 anni, cittadino americano di origine libanese. Nelson sembra nervoso, sì tocca spesso il colletto, poi il Magistrato parla:

-Gli accusati sono rappresentati da qualcuno?- chiede.

-Avvocato Gerald Norton per Raymond Haddad, Vostro Onore.- dice, alzandosi in piedi, un uomo corpulento con gli occhiali.

-Nessuno per gli altri due accusati?- chiede ancora il Magistrato –Dovrò designare u difensore d’ufficio, allora. Cancelliere mi passi la lista.-.

-Non ce n’è bisogno Vostro Onore.- interviene una voce –Ci sono io.-

            Tutti ci voltiamo verso il cancelletto che divide l’area del Processo da quella destinata al pubblico ed io sogghigno, mentre l’uomo dai capelli rossi e gli occhiali scuri avanza in aula.

-Avvocato Matt Murdock per la difesa.- afferma con voce stentorea.

            Sul volto di Franklin “Foggy” Nelson si disegna un’espressione di stupore mista a qualcos’altro, che, per un attimo, mi sembra addirittura sollievo, anche se non capisco perché. Una cosa è certa, però, questo processo potrebbe essere molto interessante.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Che cosa dirvi? Quest’episodio, lo ammetto, non è altro che un unico, solo, prologo, il cui scopo principale è stato presentarvi lo scenario e riallineare la continuity di Matt Murdock a quella delle altre serie in cui è comparso o è stato citato in questo periodo. Non preoccupatevi, però, dal prossimo episodio vi prometto non solo Devil, ma anche la Vedova Nera e, forse, anche qualcun altro in un intrigo che spero apprezzerete.

            Nel frattempo, un po’ di noterelle non guastano -_^.

1)    Gli eventi de “L’Uomo Ragno” #41 si svolgono immediatamente prima ed in parte parallelamente allo scontro tra il “Devil Giallo” e Bullseye nei panni del “Devil Ninja”, In UR #41 Il Ragnetto va in cerca di Devil a Hell’s Kitchen, ma non riesce a trovarlo; più tardi, quella stesa notte, mentre, sempre in Ur #41, l’Uomo Ragno affronta i Jong al porto, Devil sconfigge Bullseye sui tetti di Hell’s Kitchen in Devil #31; il giorno seguente, l’Uomo Ragno affronta lo Scorpione in UR #41/42 e la stessa sera, Edward Freeman viene arrestato per l’omicidio di Fat Joe Bernstein in Villains #20; Matt ricompare, finalmente, in Villains #20 e 21 e, dopo la macabra scoperta al termine dell’ultimo racconto citato, riappare in Marvel Knights #30, dove incontra la Vedova Nera e la segue a casa sua, che è dove lo ritroviamo all’inizio di quest’episodio. Successivamente, nell’intervallo di tempo tra la scena con il Gufo ed i suoi associati e quella nello Studio di Matt, avvengono i fatti narrati in “Villains” #22 ed infine, si ritorna qui per il gran finale. Come dite? È un po’ ingarbugliata la faccenda? Non vi do torto. -_^

2)    In quest’episodio, per gentile concessione di Fabio Furlanetto, compare, sia pure brevemente, un personaggio da lui creato per la serie “Villains”, ovvero: Lev Sergeievitch Rezkowitz, meglio conosciuto come Ranennyj, “il ferito”, il Pakhan, vale a dire il Padrino di una branca della Mafia Russa con base a New York, personaggio pittoresco che scopriamo essere parte, e non poteva essere altrimenti, del Consiglio dei Capi che amministra gli affari criminali della Costa Est.

3)    Un tipo come il Gufo non poteva ignorare l’ondata di crimini particolarmente violenti scatenata nei recenti episodi dell’Uomo Ragno, ma, per ora, nessun provvedimento è stato preso dalla riunione dei capi per fermare i nuovi arrivati e, molto probabilmente, non sarà nemmeno necessario.

4)    Per i due gatti che potrebbero chiederselo, preciso che a presiedere l’Udienza di Contestazione dell’Accusa è il cosiddetto Magistrate Judge, un giudice di rango inferiore, nominato per un periodo di 14 anni dai magistrati del Distretto Giudiziario Federale per assisterli nei compiti giudicanti In questo e nei prossimi episodi chiamerò questo tipo di organo giudicante Magistrato ed userò il termine Giudice solo per i giudici propriamente detti.

Nel prossimo episodio: i Tre debbono essere processati e condannati rapidamente, questo si aspettano tutti, ma Foggy Nelson ha i suoi dubbi e Matt Murdock è convinto dell’innocenza dei suoi assistiti. I due amici sono l’uno contro l’altro, ma entrambi si aspettano che la giustizia trionfi e quando non ci sono altre risorse, potrà Devil sbrogliare il bandolo della matassa? Potrete scoprirlo solo leggendo il prossimo episodio.

 

 

Carlo



[1] La versione americana del nostro 113

[2] Vedi UR #40

[3] Vedi Punitore #12 e seguenti

[4] Come rivelato in Daredevil Vol 1° #173 (Fantastici Quattro, Star, #6)

[5] Dall’episodio #26 al #30, praticamente

[6] Tutto questo è, ovviamente, un riassunto del punto di vista di Matt sui fatti avvenuti in Villains #20/21

[7] Padrino in russo

[8] Si tratta di eventi avvenuti in Villains #22